Regione Abruzzo

Abruzzo… quando sento nominare questo nome, mi vengono subito in mente vallate sconfinate attorniate da alte montagne e coste sabbiose e petrose, dove l’odore del mare ti penetra l’anima! Questa è forse la regione italiana più selvaggia, con i suoi branchi di lupi che ululano per le faggete e gli orsi marsicani sempre a caccia di qualche buona mela succosa. Tra le sue impervie vette, si ode solo il rumore del vento che talvolta piega i rami degli alberi fino a spezzarli e d’inverno spruzza la neve con forza su gran parte del territorio modellandolo a suo piacimento; molteplici sono i luoghi dal fascino irresistibile, come Rocca Calascio, gli eremi sulla Maiella, i trabocchi sospesi sul mare per non parlare del brodetto di pesce alla vastese cotto in enormi pentole di coccio, o della ventricina che è un salume di carne suina insaccata nella vescica del maiale, prodotta nella zona al confine col Molise. Dopo quanto detto, sarebbe assai riduttivo tralasciare la cultura, vera padrona di questa terra mutevole e affascinante che allo stesso tempo propone, tra i numerosi siti archeologici, vere perle incastonate nel terreno come ad esempio la celeberrima Necropoli di Fossa dell’età del ferro dove grossi menhir sembra facciano da guardia alle millenarie tombe, o il Guerriero di Capestrano, un guerriero italico risalente al V secolo a.C. oggi emblema caratteristico dell’antico Abruzzo. Per ultimo, e non per questo meno importante, sarebbe impossibile non soffermarci su di lui… il principe di Montenevoso, il patriota e scrittore Gabriele d’Annunzio. Vorrei ora concludere questa breve presentazione di questa straordinaria terra con una sua poesia: I pastori. “Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti. Han bevuto profondamente ai fonti alpestri, che sapor d’acqua natia rimanga ne’ cuori esuli a conforto, che lungo illuda la lor sete in via. Rinnovato hanno verga d’avellano. E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente, su le vestigia degli antichi padri. O voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina! Ora lungh’esso il litoral cammina la greggia. Senza mutamento è l’aria. Il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria. Isciacquio, calpestio, dolci romori. Ah perché non son io co’ miei pastori?”

Foto Regione Abruzzo

Qui si possono trovare alcuni scatti della terra abruzzese, denominata polmone verde d’Europa.

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