IRLANDA NORD – OCCIDENTALE

Irlanda occidentaleL’Irlanda occidentale è una terra lacustre dove il verde brillante dei campi, è mantenuto dalle incessanti e leggere piogge; è buona norma, munirsi sempre di k-way da portare ripiegato nel proprio zaino se non si vuole rimanere impreparati.
Le sue valli, circondate da clivi ammantati da alberi e muschi, paiono presepi che custodiscono greggi dalle zampe e dalle nere facce, che brucano solitarie tra rocce e prati; per chilometri non s’incontra anima viva, e le strade sembrano lingue d’argento fuso gettate tra lo smeraldo. Il sole talvolta fa capolino tra nembi minacciosi, illuminando foschie grigie cariche di acqua che si alternano ad ampie schiarite e tutto diventa poesia.

IRLANDA – CONTEA DI MAYO

Sposini irlandesi

Dopo aver praticamente attraversato da una parte all’altra tutta l’Irlanda del nord, con i miei compagni di viaggio giunsi finalmente alle porte di Westport; trovai una città mezza addormentata, con gli ultimi pub con le luci ancora accese.
Ci accolse un forte acquazzone di benvenuto, che comunque non ci fece passare la voglia di mettere qualcosa sotto i denti. Parcheggiata l’auto lungo la strada principale, tutti fradici ci infilammo di corsa dentro un locale; chiedemmo a una delle cameriere se fossimo ancora in tempo per soddisfare il nostro appetito, e quella gentile ragazza rispose di sì. Ordinammo tutti una succosa bistecca, con contorno di cipolle e patate, accompagnata naturalmente da una pinta di Guinness, la tipica birra irlandese di tipo stout.

La pioggia aveva ripreso con forza a battere incessante sui vetri delle case, e il mare lì vicino faceva la voce grossa. Westport è una cittadina a dimensione d’uomo, con le sue pittoresche case colorate di giallo, di blu, di rosso che tanto spiccano in bellezza a causa del contrasto che fanno col cielo quasi sempre grigio che promette tempesta. Qui la vita è tranquilla, e le strade sono piene di piccoli negozi che offrono anch’essi tinte vivaci e loquacità.
Il giorno successivo, allo Baffin Lodge, chiedemmo qualche informazione in più circa la città georgiana di Westport, e il gestore del bed and breakfast fu molto esaustivo. Questo piccolo centro abitato è un luogo incantevole e nei dintorni ci sono molte cose da scoprire, ma secondo me, una vale veramente la pena di essere visitata: è la Westport House, residenza di Lord Sligo; fu lui che fece progettare la città. Questa dimora è circondata completamente dal verde, e grandi alberi fanno ombra ai sentieri che percorrono il parco. Dozzine di comignoli sormontano i tetti, e le edere ammantano per tre piani le pareti piene di finestre.                                   Westport House veduta

Appena entrati si viene accolti da un camino di stucchi bianchi, poggiato sulla parete sinistra, che sino a quasi la fine di maggio irrora con il calore delle sue braci la fredda stanza. Per tutta casa sono appesi quadri di austeri personaggi, che ti accompagnano e ti scrutano silenziosi nell’assoluta quiete, interrotta solo dallo scricchiolio dei parquet. Un lucernaio dai vetri sfumati, colora tutto l’ambiente sottostante di un bel rosa antico, tanto, che i pomelli in ceramica bianca delle porte paiono confetti.
Questa abitazione sa di ‘800, coi suoi profumi di legno e cera d’api. Chissà com’era qui d’inverno, quando il vento ululava su per le canne fumarie dei focolari accesi, e spargeva le foglie secche strappandole dai rami degli alberi… mi par quasi di sentire quel lamento misto ad acqua e lampi, e di avvertire i vetri tremanti dopo il rimbombare di un tuono! Lungo il viale che porta all’entrata, è eretto un bronzo della famosa pirata Grace O’Malley.

Achill Island

Dirigendosi verso l’estremo nord-ovest si trova Achill Island; è l’isola più grande d’Irlanda collegata alla terra ferma tramite un ponte carrabile. Anche qui i panorami prendono il colore del tempo. Costeggiando il fianco occidentale dell’isola, la strada s’inerpica sulla scogliera fino a raggiungere un piazzale che funge da parcheggio, dove più in basso si staglia spiccando per nitidezza la spiaggia di Keem Strand che con la sua forma a mezza luna, abbraccia l’oceano. Qui la sabbia è fine e bianca, e un piccolo rigagnolo d’acqua marroncina spicca da essa e sfocia in mare confondendosi col salato.

 

Lungo le pendici meridionali della Slievemore Mountain, si trova un paese abbandonato e inquietante, il Desert Village, lasciato definitivamente a se stesso alla fine del XIX secolo, quando gli abitanti preferirono alla terra il mare. Qui il terreno, nonostante il villaggio sia ubicato sulle pendici di una collina, è per gran parte dell’anno imbibito d’acqua, reso scivoloso dai giunchi che possono arrivare a lambire il ginocchio; sembra un luogo incantato fermato nel tempo!

 

Desert Village

 

IRLANDA – CONTEA DI GALWAY

 

Killary Harbour

In Irlanda esiste un unico fiordo, Killary Harbour, raggiungibile tramite la N59, una strada solitaria che passa tra colline e campagne, fino a costeggiare il fiordo in questione risalente all’Era glaciale. Questo è un posto isolato dove in alcuni punti, la bruma confonde cielo e terra, e l’acqua del mare sfiora la carreggiata confondendosi con quella cupezza. Il paesaggio, al tal uopo ne trae beneficio come pure il mio spirito selvaggio che si è fatto letteralmente ingoiare da esso, perso tra tutte quelle tonalità.
Dopo aver attraversato un bel po’ di piccoli centri abitati, formati da non più di cinque o sei case, giungemmo nei pressi dell’attracco posto a circa un terzo del percorso totale, dove ci si poteva imbarcare per raggiungere l’imboccatura dell’insenatura che conduceva in mare aperto. La banchina era piena per metà di turisti pronti a salire a bordo; l’imbarcazione somigliava molto a un catamarano cabinato, avendo due linee di galleggiamento collegate tra loro. A prua il vento sputava in faccia gocce salate miste a pioggia, gonfiando le giacche a vento; distanti da riva, allevamenti di cozze si confondevano tra le onde sembrando tubi galleggianti o rotaie di treni a vapore.

Lago di Pollacappull

A sud-ovest di questo splendido fiordo si trova Kylemore Abbey, una bellissima costruzione a forma di castello, che si specchia nel silenzioso lago di Pollacappull, in pieno Connemara. Le libellule volano libere sfiorando il pelo dell’acqua, pieno di ninfee e di colori pastello, che ricorda in maniera sorprendente il modo in cui Claude Monet lo dipingeva nel suo immaginario.
Questo luogo nasconde una storia triste e bellissima allo stesso tempo. Il castello e la chiesa annessa che si erge a poche centinaia di metri da esso, furono costruiti da Henry Mitchell, come prova d’amore per la sua sposa, che purtroppo morì poco dopo lasciandolo nella disperazione.

Un pensiero particolare e quasi d’obbligo deve essere speso per la Wild Atlantic Way. È una strada selvaggia che costeggia quasi tutta la costa occidentale dell’Irlanda; attraversa altissime scogliere talvolta a picco sul mare, che fan girare la testa anche ai più temerari arrampicatori. Verso oriente, dolci declivi verdi e intensi come gli occhi profondi di un bambino sono punteggiati di pecore e il tutto è sovrastato da poetico silenzio, che nella brutta stagione si contrappone a onde possenti che s’infrangono sulle nude pietre modellandole a loro piacimento. Questa è una terra dalle emozioni vere; custodisce posti da lasciarci il cuore.

  IRLANDA – CONTEA DI SLIGO

Per giungere il Carrowkeel Megalithic Cemetery, remota necropoli di Carrowkeel, occorre lasciare la vettura a valle accanto a una sbarra tubolare in ferro, che funge da confine tra la strada sterrata e gli altri campi vicini. Lungo la salita, insieme agli ormai inseparabili ovini, oltre a un cartello che indicava la direzione da seguire incontrammo un vecchio asino dallo sguardo apparentemente assente; curiosava con discrezione, quasi infastidito dalla nostra presenza, e tanto per non dare troppo nell’occhio faceva finta di ruminare come se fosse una mucca.

Carrowkeel L’arrampicata era poco faticosa, anche se ogni tanto dovevamo fermarci per riprendere fiato. Il paesaggio qui è piuttosto brullo, leggermente ondulato, spezzato talvolta da qualche piccolo fiore isolato dalla corona biancastra e dal gineceo spruzzato di giallo che compete come può emergendo dai giunchi. Arrivati in cima, la necropoli di Carrowkeel si affaccia su un piccolo lago, il Lough Arrow, dal quale affiorano magri isolotti appiattiti che contrastano con lo sfondo, conquistato dalle suggestive Bricklieve Mountains quasi sempre confuse tra grigiastre foschie.
Malgrado ciò, le tombe formate da pietre color della cenere si oppongono a una cromaticità di colori che vanno dal blu al fumoso smeraldo dei prati. Questo complesso archeologico dell’età del rame, ascetico e purissimo, è pieno di energia cosmica che permea ben oltre le sue austere fondamenta.

L’Irlanda, è ricca di vivaci villaggi che si alternano a spiagge nascoste tra dirupi di rocce plasmate dall’Era glaciale, e luoghi oscuri narrano spaventose storie come quella legata alle rovine di una locanda del XVIII secolo chiamata Halfway House, dove la leggenda vuole, che gli sventurati viandanti che trascorrevano la notte in questo posto maledetto, trovassero una fine orribile: gli abitanti, li avrebbero uccisi a mezzanotte!
Voglio concludere dicendo che questa è una terra meravigliosa, dove ogni ciuffo d’erba nasconde la sua storia e l’Oceano invita a scoprire i suoi segreti. Tornerei all’istante in terra d’Irlanda, dove il cibo, la tradizione e il folclore la rendono unica facendo riaffiorare nella mia mente una forte nostalgia.

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